APPELLO DEI LAICI DI AZIONE CATTOLICA
DELLA CAMPANIA
PER LE ELEZIONI REGIONALI 2015
Il prossimo 31
maggio saremo chiamati ad esprimere il nostro voto per l’elezione del
Governatore della Regione Campania e dei Consiglieri regionali.
È questo un
appuntamento che non può lasciare nessuno indifferente: il voto è
un
diritto-dovere costituzionale, con il quale si contribuisce fattivamente al
bene del paese e, nel caso particolare, al bene della nostra Regione. Non è
semplice retorica, ma un invito schietto a uomini e donne della
Campania a prendere in mano il futuro politico del Paese
in cui vivono.
La vita della nostra Regione, della nostra terra, ci
interessa moltissimo e se andare a votare è, per noi, essenziale, lo è ancor di
più farlo con coscienza, avendo ben chiaro che qualsiasi azione politica si
intraprenderà da parte degli eletti non potrà e non dovrà mai essere contro
l’essere umano e la sua dignità, ma a servizio della promozione integrale della
società, di cui la famiglia naturale è l’immagine più autentica.
Sarebbe utile,
in queste ultime settimane di campagna elettorale, ridestare pubblicamente
l’attenzione su alcuni temi vitali, su cui non occorre nessuna propaganda e sui cui anzi vorremmo impegnarci, da cattolici, ben oltre
l’appuntamento elettorale, anche con l’istituzione di un tavolo permanente di
discussione e concertazione con i futuri governanti.
Tra i tanti temi
ne segnaliamo qualcuno più indicativo:
-
la desertificazione umana, industriale,
produttiva della Regione, la cui prova più evidente è la piaga della
disoccupazione,
dell’inoccupazione (in particolare femminile), dell’uscita coatta dal lavoro.
Piaga che va ad alimentare il mercato della criminalità e, fenomeno crescente e
allarmante, il vergognoso mercato del gioco d’azzardo legalizzato. Tanti
giovani continuano a lasciare la Campania per cercare altrove la propria
realizzazione professionale e lavorativa. Una tendenza che non accenna a
diminuire nonostante l’erogazione di tanti fondi europei.
-
Nella griglia
dei Livelli Essenziali di Assistenza sanitaria, la Regione Campania appare
ultima in classifica a livello nazionale. Ciò si aggiunge al noto stato di
difficoltà dei conti, che si ripercuote sulla qualità dei servizi offerti,
specie alle fasce più deboli della popolazione.
-
Un biosistema
sempre più oltraggiato: l’ex “Campania felix” continua a mietere vittime del
disastro ambientale, mentre si è ancora in attesa di strumenti legislativi
chiari ed incisivi per tutelare la salute e l’incolumità dei cittadini e
garantire le necessarie bonifiche. La nostra Regione è tra le più belle
da un punto di vista paesaggistico, ma l’offerta turistica non sembra essere
ancora all’altezza del patrimonio che detiene, così come pure monumenti, siti
archeologici, biblioteche, musei troppo spesso sono chiusi, poco valorizzati, a
volte inaccessibili. A tutto ciò si aggiunge, inoltre, una grave carenza nei
trasporti pubblici.
La politica deve sapere dare risposte a questi temi
e, contestualmente, creare una prospettiva di medio termine che inverta i
sentimenti di rassegnazione dei cittadini. Con gesti concreti, soprattutto sul
fronte della lotta alla camorra e alla corruzione ad ogni livello istituzionale
– vera e propria piaga sociale - e dello spreco di soldi pubblici da parte dei
partiti. Vogliamo tornare ad essere orgogliosi delle nostre radici e della
nostra identità territoriale. Vogliamo poter dire di non essere solo una triste
tabella di record negativi. Desideriamo poter raccontare all’Italia il tanto di
bello e di buono che pure c’è in Campania, seppure nascosto nelle tante e note
difficoltà.
I futuri
governanti sappiano di poter contare sull’Azione cattolica, che si fonda
sull’esperienza del cattolicesimo
sociale, fortemente radicato nella storia delle comunità, da sempre allenate a
reagire al male e pronte, come ha ricordato papa Francesco nella sua visita del
21 marzo a Napoli, a creare e ricreare “una cultura di vita che aiuta sempre a
rialzarsi dopo ogni caduta”.
L’Azione Cattolica con i suoi tanti laici impegnati,
portatori di ingegno, professionalità, competenze e passione, possono essere
protagonisti di “sistemi di rete” solidale insieme a tutti gli altri attori sociali
-
per un impegno
educativo verso le nuove generazioni, che prosegue oltre i tempi e gli spazi
della famiglia e della scuola;
-
per lo sviluppo
di un sistema di “economia civile”, fondata sui valori di solidarietà e
reciprocità;
-
per la
formazione di un welfare non più basato sugli individui, ma sui nuclei
familiari;
-
per proporre una
nuova cultura di lavoro e di impresa: esempio ne sia il Progetto Policoro,
progetto di sostegno all’imprenditoria giovanile promosso dalla Conferenza
Episcopale Italiana.
Nell’ottica di una reale rinascita sociale, siamo
convinti che la credibilità della politica passerà attraverso
-
azioni di
sostegno reale e concreto alla famiglia, di natura fiscale e in termini di
maggiori servizi. Famiglia che è, nella sua tradizionale e naturale conformazione,
un valore ancora forte ed insostituibile per le nostre comunità.
-
azioni di
sostegno alla scuola, all’università e al sistema della formazione, per
consentire ai nostri giovani di competere su scala europea. Inoltre, investire
sulla scuola significa oggi dare una risposta significativa al tema del dialogo
e dell’integrazione, alla luce dei forti flussi migratori in atto.
Ai cittadini
ricordiamo che il cambiamento passa e passerà attraverso il nostro voto, non
perdiamo dunque quest’occasione.
È questo il
tempo di recuperare il rapporto politica-cittadino a partire da ciascuno, senza
mai dimenticare che tutti, nessuno escluso, abbiamo la responsabilità politica
di creare una cittadinanza operosa, aperta, prossima, impegnata e vigile sulle
nostre città, perché siano animate da sentimenti di giustizia ed amicizia e si
costruiscano sempre più città dal volto umano.